Sezione dedicata alle migliori bollicine di origine Italiana della nostra enoteca selezionate dai nostri Sommelier. Si abbinano facilmente, sono versatili, aromatici, dal gusto amabile, dolci e fruttati, in grado di accompagnarci per tutta l’intera esperienza culinaria o festiva.
Cave Mont Blanc è l’unica azienda in Valle d’Aosta a produrre spumante metodo classico a denominazione di origine controllata; il suo spumante nasce da uve che ben si prestano ad essere spumantizzate l’altitudine dei vigneti di Morgex e La Salle ha, infatti, la valenza della latitudine nello Champagne, fermentate in inox e in legno grande e, in seguito, per la seconda fase, in bottiglia.
Terminata la fermentazione in bottiglia comincia poi un lungo periodo di riposo, mai inferiore ai 12 mesi; le operazioni di spumantizzazione quali rémuage, dégorgement e dosaggio della liqueur d’expédition vengono, inoltre, sempre decise in seguito ad un confronto tra il laboratorio del Centre de la Méthode Champenoise di Saint Baldoph in Savoia e la direzione tecnica della cantina.
Cantina Pianbello è una cantina con sede operativa a Loazzolo, in provincia di Asti. I principali vini prodotti si suddividono tra bianchi e rossi. Pianbello Vini è uno dei Consorziati dell’Alta Langa. Il logo completo della Cantina è rappresentato dall’immagine del lupo, presente nello stemma del Comune di Loazzolo. Pianbello Azienda Agricola si estende per 60 ettari, di cui 31 a vigneto.
I sistemi di produzione dell’uva dell’azienda Pianbello sono tradizionali e poggiano su un sapere antico e sull’esperienza.
Erpacrife è un acronimo e corrisponde alle prime lettere dei nomi Erik, Paolo, Cristian e Federico, quartetto di giovani vignaioli che, dopo essersi conosciuti alla Scuola Enologica di Alba, ha deciso, nel 1999 di far nascere il marchio Erpacrife e, conseguentemente, l'omonima azienda vitivinicola. Intenzionati, fin da subito, a produrre uno spumante metodo classico utilizzando, a posto delle solite uve chardonnay e pinot nero, nebbiolo in purezza, creando un Vino Spumante di Qualità Metodo Classico a base di nebbiolo che dopo un riposo di almeno 24 mesi sui lieviti in bottiglia, si arriva alla sboccatura con tappatura definitiva.
La cantina Ezio Poggio si trova a Vignole Borbera, nella zona sud della provincia d’Alessandria, che già si spinge verso il confine ligure.
È un’azienda agricola familiare, che ha alle spalle oltre 50 anni di storia e tre generazioni, che si sono avvicendate passandosi il testimone di conoscenze ed esperienze nel campo della viticoltura. Oggi le redini della cantina sono saldamente nelle mani dei fratelli Ezio e Mary, che portano avanti con grande passione l’attività. Il Timorasso della Valle Borbera è una vera eccellenza, da non lasciarsi scappare, un vino dalla forte personalità, schietto e genuino, prodotto sia in versione ferma che spumantizzato con Metodo Classico.
Dall’amore per l’agricoltura all’arte del vino con la convinzione che un ottimo Franciacorta possa nascere soltanto da un ottimo vigneto.
La cantina ha una superficie di 2.000 m3, il piano terra è dedicato alla ricezione uve, vinificazione, sboccatura ed etichettatura, il piano interrato è invece interamente riservato all’affinamento sui lieviti del vino destinato a divenire Franciacorta Docg.
Rizzini impronta la sua filosofia produttiva sulla valorizzazione estrema del territorio. Le uve infatti, provengono esclusivamente da un vigneto singolo, ai piedi delle colline di Monticelli Brusati, dove da sempre si coltiva la vite. Obiettivo dell'azienda, inoltre, non è l'incremento di produzione ma la ricerca dell'eccellenza al fine di raggiungere la perfezione. Per questo motivo i vini sono prodotti solo nelle annate più favorevoli.
L’azienda Calatroni nasce nel 1964 quando il giovane Luigi sceglie, con intraprendenza e coraggio, di acquistare un vigneto dell’allora ex datore di lavoro. Nel corso degli anni questa realtà lombarda subisce un percorso di rapida espansione, grazie anche alla spinta dei nipoti di Luigi, Fausto e Marisa. Oggi l’azienda è guidata con passione e profondo rispetto per la natura dai fratelli Cristian e Stefano Calatroni.
I vigneti di proprietà sono localizzati nel comune di Montecalvo Versiggia, ad un’altitudine compresa tra i 180 e 320 m.s.l.m.
Questo piccolo comune dell’Oltrepò Pavese spicca per la produzione del pinot nero. I 2/3 della superficie vitata appartengono infatti a questo vitigno.
Dal poggio di Maso Belvedere si domina la Valle dell'Adige: di fronte si estende la Piana Rotaliana e lo sguardo può spaziare dal Monte di Mezzocorona alla Paganella, fino alla piramide del Monte Bondone, la montagna della città di Trento.
Il nome "Bellaveder" compare per la prima volta in una bolla episcopale del 1767. Di qui la nostra prima etichetta: "A burgo S. Michaelis ad Athesim Faedi ascendit per Mansum Bellaveder".
Lo storico binomio Aldeno e uva è stato spontaneamente favorito dalla localizzazione della cantina, tanto è conosciuto il rapporto tra la qualità del vino e le caratteristiche del territorio sul quale il vigneto è situato. Le uve conferite provengono da Trento e dai suoi sobborghi, da Besenello, Calliano, Volano, nonché Rovereto, Pomarolo, Nomi, Cimone e infine Garniga.
Colvendrà ha origine nei primi del ‘900, trovando radici nelle secolari tradizioni enoiche della nostra terra Veneta. Dal 1924 infatti Leonardo Della Colletta, valorizzando un’antica tradizione familiare, inizia un percorso vitivinicolo nel cuore del Veneto al centro della zona di Conegliano Valdobbiadene dove vigneti lussureggianti incontrano assolate colline e dove l’opera dell’uomo rende feconda una tradizione divenuta stile.
Colvendrà ha origine nei primi del ‘900, trovando radici nelle secolari tradizioni enoiche della nostra terra Veneta. Dal 1924 infatti Leonardo Della Colletta, valorizzando un’antica tradizione familiare, inizia un percorso vitivinicolo nel cuore del Veneto al centro della zona di Conegliano Valdobbiadene dove vigneti lussureggianti incontrano assolate colline e dove l’opera dell’uomo rende feconda una tradizione divenuta stile.
I vini biologici di Casa Belfi nascono nella Marca Trevigiana, a San Polo di Piave, dall’incontro fortunato tra due vignaioli appassionati: Albino Armani e Maurizio Donadi. Ne è scaturita una filosofia di coltivazione delle uve e di produzione dei vini ispirata alla viticoltura biodinamica di Rudolf Steiner, nel rispetto della tradizione e della naturalità. Qui l’uomo, in campagna come in cantina, si misura con la vigna e con l’uva, con i loro ritmi e i loro bisogni. Un processo che arriva fino alla bottiglia, seguendo i protocolli della coltivazione biologica e biodinamica.
Vigna Traverso nasce dalla passione di Giancarlo Traverso per i vini dei Colli Orientali. Produttore di vini nella zona del Piave insieme alla moglie Ornella Molon, alla fine degli anni Ottanta Giancarlo inizia a viaggiare per conoscere altre cantine, territori e tecniche. Nel 1998 acquista sei ettari di vigne in Friuli, a Prepotto. I vitigni sono i tradizionali Ribolla gialla, Schioppettino di Prepotto e Friulano.
Nata esattamente nel 1926, da sempre la Cantina Paltrinieri vinifica esclusivamente le uve raccolte nei vigneti di proprietà, che si estendono attualmente su una superficie complessiva che arriva a toccare i quindici ettari, disposti in un sottile lembo di terra compreso tra i fiumi Secchia e Panaro. Tutte bottiglie, quelle che riportano sovraimpresso il nome “Paltrinieri”, grandissime espressioni di un fantastico territorio che se si parla di vino è secondo a nessun altro.
La cantina La Staffa nella Contrada Castelletta del comune di Staffolo, zona classica del Verdicchio dei Castelli di Jesi, condotta da Riccardo Baldi, classe 1990, un giovane intraprendente che ha sin da subito dimostrato precocità e talento non comuni. La produzione di questa cantina è limitata ma di elevata qualità e porta in sé il gusto delle cose fatte bene, delle antiche tradizioni ma anche il profumo e la freschezza della passione e dell’amore per il vino come solo uno spirito giovanissimo e voglioso di crescere può inconfondibilmente dare.
Tre amici, uniti, tra le altre cose, dalla profonda passione per il vino e dall’incondizionato amore per le proprie terre, poi, a seguire, una ferrea convinzione di poter arrivare a produrre nelle terre del Sud, Spumanti Metodo Classico di pregio, valorizzando, magari, principalmente le varietà autoctone, come quel bombino bianco che, a posteriori, ha dimostrato di saper esprimersi meravigliosamente se spumantizzato.
Queste le premesse, che hanno portato Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore a fondare nel 1979 la cantina d’Araprì, che come i più perspicaci avranno notato, prende il nome dall’acronimo delle iniziali dei tre fondatori.
Tre amici, uniti, tra le altre cose, dalla profonda passione per il vino e dall’incondizionato amore per le proprie terre, poi, a seguire, una ferrea convinzione di poter arrivare a produrre nelle terre del Sud, Spumanti Metodo Classico di pregio, valorizzando, magari, principalmente le varietà autoctone, come quel bombino bianco che, a posteriori, ha dimostrato di saper esprimersi meravigliosamente se spumantizzato.
Queste le premesse, che hanno portato Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore a fondare nel 1979 la cantina d’Araprì, che come i più perspicaci avranno notato, prende il nome dall’acronimo delle iniziali dei tre fondatori.
Quartomoro di Sardegna, è una micro-azienda in continua evoluzione, fondata dall'enologo e vignaiolo Piero Cella, ad Arborea, in provincia di Oristano. L'azienda nasce con l'intento di sperimentare, innovare e condividere la viticultura sarda nel rispetto delle tradizioni, del territorio e della natura. Piero, da sempre innamorato della Sardegna, si lascia ispirare dalle biodiversità e dai vocatissimi terroir sardi, per produrre vini eleganti e originali.
La Montagne de Reims, un vasto tavolato ricoperto da boschi e situato tra Reims e Epernay. In questa parte della Champagne, i vigneti sono orientati verso Sud o Nord e il gesso è presente in profondità. Qui il vitigno predominante è il Pinot Noir, che occupa il 60% della superficie, mentre lo Chardonnay prevale sulle collinette a Est, protette dai venti che soffiano da Ovest. È una regione che comporta 11 villaggi classificati Grand Cru, sui 17 in totale, e il maggior numero di villaggi Premier Cru. Gli Champagnes di questa regione sono in generale sinonimo di potenza, struttura e nobiltà.
Come lo indica il suo nome, è la regione degli Champagnes Blanc de Blancs e si estende per 15 chilometri a Sud di Epernay. Le colline sono orientate verso Est, proteggendo i vigneti dai venti da Ovest e il gesso è presente sia in superficie che in profondità. Lo Chardonnay è dominante, occupando più del 95% della superficie! I villaggi classati Grand Cru sono 6, sui 17 in totale.Gli Champagne della Côte des Blancs sono in generale sinonimi di delicatezza, freschezza e eleganza.
Scolpita dall'omonimo fiume, la Vallée de la Marne è caratterizzata da un suolo argilloso o sabbioso con presenza di marna. Il gesso resta più presente nella parte orientale e le vigne si trovano sulle due rive e sulle colline circostanti. La Vallée de la Marne è un vivaio di giovani vignerons di grande talento.
Allontanandosi verso Ovest, il vitigno principalmente coltivato è il Meunier. Gli Champagnes di questa regione possiedono aromi fruttati e un seducente bouquet.
Al pari dei suoi Comuni “fratelli”, i limitrofi Verzy e Verzenay con cui condivide l’esposizione nord-est di molte vigne, l’uva di Mailly matura tardi. La terra è ricca di gesso, specie nella parte alta della modesta altura (150m) che discende il bosco verso l’abitato; qui giacciono la quasi totalità delle vigne dei Roguet. Pieni ma nel contempo acidi e tonici, gli Champagne di Samuel hanno colore marcato e maturo che “inganna” considerata la bocca di particolare incisività e freschezza. Il Vin de Reserve con affinamento in legno sembra quasi chiamata a fare da “trait d’union” fra le due anime delle sue sempre riuscite cuvée.
Difficile scindere l’essenza del Terroir di Ambonnay dallo stile dei vini della famiglia Soutiran. Champagne succosi e pieni, di bella presenza olfattiva, di deciso impatto gustativo. La nostra scelta, di puntare sulla versione Nature (senza zuccheri aggiunti) del pinot noir, mette in evidenza la “cremosità” dei vini di questo Comune, potenti in estratto secco come pochi altri in Montagne de Reims. Sorprendente lo chardonnay; la vigna più vecchia dell’azienda per un Blanc de Blancs che viaggia a testa alta. Anche in una terra “da rossi”.
Champagne senza fronzoli, diretti ed immediati, aderenti al Terroir di provenienza. L’elemento fondante delle etichette JPS è la qualità delle uve sulle quali Jean Pierre impone una rigorosa selezione con frequenti e numerosi scarti nella cernita. La vinificazione tradizionale punta diretta sul mosto fiore, la porzione quanto più ridotta possibile del succo dei migliori frutti raccolti. In poche parole: grandi uve per Champagne assolutamente da provare.
Uno stile che riconduce all’essenza del comune, Verzy, ove l’esposizione delle migliori parcelle regala forza al pinot noir, maturità allo chardonnay che anch’esso non disdegna il corpo. Nervosi e di acidità sostenuta, gli Champagne Deville incontrano il gusto di chi rifugge dalla dolcezza (i dosaggi sono sempre molto bassi), ama vini di carattere ed una buona dose di personalità nel bicchiere. Più idonei alla tavola che all’aperitivo, gli Champagne del giovane Alban hanno precisione e grande pulizia, lunghezza del sorso grazie all’età del vigneto piantato dal bisnonno ad inizi anni degli anni ’60 del secolo scorso.
Francois è tecnico esperto e valente vignaiolo. La perizia con cui cura personalmente i vigneti lo porta ad una cernita maniacale delle uve. Una vinificazione attenta, senza troppi orpelli ma di estrema pulizia, ci restituisce appieno il valore dei migliori pinot neri della Montagna di Reims. L’ampio spettro gusto-olfattivo (note di frutta rossa contrastate da sensazioni marine e iodate) rappresenta il giusto compromesso tra chi desidera la piacevolezza di beva (rotondità) e chi, al contrario, cerca maggior tensione sul palato (la -oggi tanto di moda- “sapidità”).
Gli Champagne prodotti da David e Celine Barbier, fieri e convinti Vigneron Indépendant, si distinguono per nettezza e pulizia olfattiva, sono dotati di acidità potente ma equilibrata, degna dei migliori pinot nero della zona. “Gastronomici” e dall’ottimo rapporto qualità prezzo, le loro bottiglie hanno dalla loro una beva irresistibile e si rivelano “indispensabili” a tavola con gli amici.
Carattere e personalità sono termini talvolta abusati nella descrizione di un vino, ma qui calzano a pennello. Verticali, volutamente secchi ed asciutti, decisamente nervosi, taglienti ma anche molto profumati, i loro Champagne non sono bollicine per tutti i palati. Piaceranno però, e non poco, a coloro il cui gradimento verso la tipologia è inversamente proporzionale alla quantità di zucchero presente nel dosaggio. Olivier, tecnico esperto, li vuole così; chi cerca rassicuranti dolcezze guardi altrove.
Basta camminare i filari delle sue vigne per catturarne il senso, con tante varietà di sementi le cui prorietà antisettiche sono di aiuto nella conduzione biodinamica dei vigneti, iniziata gia nel lontano 2009. In cantina Dominique lavora “alla borgognotta”; i suoi, sostiene, sono “vini” ancor prima che delle semplici “basi spumante”. Uso di legno piccolo per la fermentazione alcolica e frequenti batonage, ripetuti fino a primavera, costituiscono le premesse per degli Champagne di forte carattere, senza mai però eccedere. Vini precisi ed impeccabili, ad immagine e somiglianza di Dominique
Lo chardonnay di casa Dubois non svolge fermentazione malolattica. Ne trae sicuro vantaggio il nerbo acido di questi Champagne che compensano però il carattere scontroso del malico attraverso una selezione rigorosa delle uve più mature ed una prolungata sosta sui lieviti. Perfetti per chi ama la freschezza (comunque mai scomposta) e la decisa mineralità dello Champagne della Cote de Blancs, le loro bottiglie risultano di beva irrefrenabile grazie ad un sorso pulito che invoglia al ritorno continuo sul bicchiere.
Sbaglia chi pensa al “solito” Pinot Meunier, tutto sul frutto, di grande piacevolezza ma di scarso spessore. Vandieres (il comune dei Delouvin) racconta una storia diversa; qui il vitigno si presta ad una insospettabile, lunga, maturazione sui lieviti ed assume un profilo gustativo di spessore, specie nel suo finale articolato e molto saporito. Un Pinot Meunier in giacca e cravatta, che non sfigura rispetto ai suoi fratelli più nobili e celebrati, ovvero Pinot Noir e Chardonnay.
Molto attento al lavoro di vigna, Eric si è accorto negli anni come le più vecchie parcelle di famiglia avessero caratteristiche uniche e spesso “irripetibili”. Nascono da questa intuizione una serie di etichette, messe a fuoco vendemmia dopo vendemmia, tese a valorizzare differenti “Terroirs”. Unico denominatore comune il Pinot Meuneir, divenuto chiave di lettura per degli Champagne fortemente “territoriali”; un fattore spesso trascurato dalle grandi Maison intente ad imporre il proprio “Marchio” ancor prima che l’identità e la provenienza delle uve lavorate.